WAR, WORD, WORLD

 

Alla XVI edizione POPOLI POP CULT FESTIVAL una mostra di arte contemporanea fra ricerca e provocazione, con opere di Massimiliano Marianni, Nico Mengozzi, Vittoria Ranieri, Gabriele Lombardi, Kacs. A cura di Alessandro Casadei

 

Giocare con le parole, allinearle, ridiscuterle e stravolgerle per ricordare, raccontare e capire cos’è una guerra. Le guerre. Quelle nel mondo, quelle del mondo. Ma anche con le immagini e gli oggetti, perché una parola per commentare ciò che si vede la si dovrà pronunciare sicuramente dopo averli osservati. Oppure solamente pensarla, ascoltandola interiormente senza dover spiegare niente a nessuno.
È così che nasce “WAR, WORD, WORLD”, una collettiva di cinque artisti che utilizzando linguaggi e strumenti contemporanei interpretano la parola guerra, tanto attuale quanto storicizzato. Senza dare risposte ma ponendo quesiti e stimolando la mente dello spettatore a emozionarsi e analizzare ciò che vede, sente, percepisce.

In mostra alcune opere di Nico Mingozzi, le cui suggestive incursioni grafiche su ricercate fotografie del secolo scorso lo hanno reso famoso oltre i confini nazionali. Così è stato nell’ottobre scorso a Lugano con “THE INNER WAR. Crisi e conflitti che devastano il mondo”, la mostra che ha visto la sua arte intervenire sugli scatti di reportage realizzati da Manu Brabo, fotografo spagnolo vincitore del Premio Pulitzer nel 2013, decostruendo e ricostruendo il concetto di crisi e di conflitto sia dal punto di vista oggettivo dei territori geograficamente devastati che dal punto di vista traslato e simbolico degli attori coinvolti.
Promette di catturare l’attenzione del pubblico con una videoproiezione invece Massimiliano Marianni, artista audiovisivo che indaga attraverso la ricerca multimediale il vissuto, inscenando l’interpretazione della contrapposizione tra reale e inconscio.
Le parole – quelle vere, scritte da chi l’ha vissuta la guerra, talmente intensamente da morirvi – sono l’elemento fondate dell’installazione di Vittoria Ranieri, giovane artista forlivese che ha recuperato e indagato vecchi quaderni di un lontano parente, un ragazzino prodigio ucciso dai bombardamenti con l’intera famiglia a metà degli anni ’40. Realizza la sua installazione su pagine originali e altrettante riprodotte in fotografie.
Oggetti ritrovati nei campi di battaglia, reperti e cose mai viste dialogheranno tra loro nella wunderkammer che allestirà senza preoccuparsi di scandalizzare qualcuno il forlivese Gabriele Lombardi, artista concettuale e fotografo, tra i finalisti del Premio Arte con le cianotipie che spesso inserisce nei suoi assemblaggi, in cui ricerca e provocazione si rincorrono.
Quest’ultima è anche il cuore pulsante di alcune opere firmate Kacs, all’anagrafe Alessandro Casadei, che sul tema della guerra ha rielaborato con irriverenza uno dei brand più famosi al mondo per i fumetti e l’animazione. Ma non solo quello. Infierendo sul rapporto gioco/guerra, sapientemente o inconsapevolmente metabolizzato da intere generazioni.

Ad ospitare gli artisti di WAR, WORD, WORLD una location che sembra già essere un allestimento, una sorta di bunker, una trincea il cui accesso è già la riproduzione di un cunicolo (Seminterrato del Mastio, Rocca sforzesca). Un vero rifugio, in cui prendersi il tempo per capire cosa ci circonda. Se non altro per la conformazione dello spazio espositivo.

Apertura con ingresso libero nei giorni 27,28,29, 30 giugno dalle ore 19 alle ore 23.30
Seminterrato del Mastio, Rocca sforzesca, con entrata dal fossato esterno